Antonio Alagia, Carmine Di Costanzo, Vincenzo Famiglietti si laureano in architettura a Napoli nel 1976, conducendo assieme gli studi in una stagione culturale che risente ancora degli echi della disputa fra architettura razionalista e architettura organica. Hanno presto occasione di acquisire esperienze cimentandosi in opere varie, che vanno dall'edilizia pubblica a quella privata, dall'urbanistica all'arredo urbano, dall'arredamento al design. Con attenzione particolarmente rivolta a questi ultimi due campi danno vita al Metastudio Architetti Associati.
La loro ricerca si rivolge specificatamente ai temi del Metaprogetto (da qui il nome scelto per lo studio).
"Lo spazio o l'oggetto progettato - essi sostengono - non sarà mai statico; esso subirà modifiche e trasformazioni con l'uso o la manipolazione dell'utenza o addirittura con la riprogettazione o la ricollocazione, come avviene nel caso del design industriale". Ed ancora: "I connotati del progetto, pur polivalente e duttile a diversi impieghi, debbono essere dunque chiari e precisi come i cromosomi di una cellula... il reimpiego e la manipolazione saranno così sempre operazioni che non altereranno il carattere originario dell'ideato".
Questo principio rende ancora più chiara tutta la teoria del progetto del Metastudio. In un certo qual modo essi prendono le distanze dalle attuali avanguardie accomunandole in una disperata insofferenza generalizzata verso i maestri. Per superare questa condizione essi spesso si rivolgono alla Storia. "Ci troviamo di fronte - dicono infatti - alla tragedia di Bruto, che accoltella Cesare per un atto che sente doveroso, ma egli stesso con la morte nel cuore". Tutta questa filosofia di morte non può essere familiare all'entusiasmo del Metastudio.
I cromosomi del loro progetto sono i canoni dell'architettura, i valori del costruire e del farsi, i temi della tecnica ricercati fra i sedimenti storici più immutabili.
Il MetastudioArchitettiAssociati è dal 2010 composto dagli architetti Antonio Alagia e Vincenzo Famiglietti.